“Le Cinciole” identifica da secoli una precisa località sulle colline di Panzano; le origini sono etrusco-romane e, secondo antichi documenti, significa “Le terre di Quintius”.
Il podere si estende per 30 ettari, dieci sono destinati a vigneto specializzato e si trovano ad una altitudine compresa tra i 430 e i 500 metri. L’esposizione principale è sud-est.
Alla coltivazione dell’olivo è destinata una superficie con circa 1000 piante.
Il terreno è il fattore dominante che caratterizza i vini. Dal punto di vista geologico può essere definito come scisti argillo-calcareo su roccia madre di pietraforte. La pietraforte è il massiccio roccioso su cui giacciono i vigneti, mentre le argilloscisti sono compattamenti superficiali di argilla che, sotto l’azione degli agenti atmosferici, generano frammentazioni sempre più piccole dando origine al galestro.
Il terreno è importante ma lo è altrettanto la cura delle viti, rivolta all’esaltazione di quello che viene definito terroir. Sono piante “leggere” con poche gemme in produzione e con un apparato fogliare idealmente appena sufficiente a soddisfare le esigenze nutritive della pianta e del frutto.
Le piante non vengono forzate con alcuna concimazione ma viene ricercata la fertilità del terreno, un terreno vivo in cui i microrganismi e i minerali già presenti possano interagire liberamente per alimentare le radici. Si utilizzano solo ammendanti organici, compost generato dalla fermentazione naturale dei residui di potatura ed eventualmente stallatico di sicura provenienza.
Per difendere le vigne dai più comuni parassiti si utilizzano con grande moderazione ”sali di rame” e zolfo naturale, coadiuvati da prodotti naturali come alghe, argille, propoli ed estratti vegetali.
Queste attenzioni sono tanto più efficaci quanto più sollecito e tempestivo è il quotidiano impegno nella “buona conduzione agronomica” delle vigne, pulizia, arieggiamento, palizzatura.