Valtellina Superiore DOCG

"Il Nebbiolo delle Alpi" il Consorzio per la Tutela dei Vini di Valtellina ha scelto questo slogan per sottolineare il legame tra il nobile vitigno Nebbiolo, la viticoltura di montagna e i vini di Valtellina. Il Nebbiolo in Valtellina è chiamato Chiavennasca ed è considerato a tutti gli effetti un vitigno autoctono.
Le caratteristiche morfologiche del territorio, il lavoro costante dell’uomo per il mantenimento di questo territorio provano la connessione esistente tra terra e vini, dove le caratteristiche peculiari di questi ultimi vengono esaltati.
La vigna e il vino furono alle radici della cultura e della società locali e del loro sviluppo. La coltivazione della vite e la produzione e la distribuzione del vino hanno lasciato consistenti tracce fin dai tempi remoti: già nel Duecento in provincia il vino era uno strumento ordinario di pagamento e le vigne erano considerate i beni più preziosi e appetibili.
La presenza, per circa tre secoli, di un commercio di vino di oltre 50.000 ettolitri a dorso di animale, con scambi continui tra comunità sui due versanti in un’importante area centro alpina (periodo Lega Grigia), ebbe una profondissima influenza sulla cultura locale.
Il Valtellina Superiore DOCG fa riferimento ai vigneti meglio esposti e soleggiati dell’area compresa tra il Comune di Buglio in Monte e quello di Tirano, con 215 ettari vitati. Il vino prodotto seguendo un Disciplinare rigoroso è un rosso da importanti invecchiamenti, austero, asciutto e giustamente tannico, ma vellutato. In particolari annate, con 36 mesi di invecchiamento è consentita la qualifica “Riserva”.

UVE
Nebbiolo, (localmente denominato Chiavennasca) minimo il 90%. Possono concorrere altri vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia fino ad un massimo del 10% del totale.

ZONA DI PRODUZIONE
Valtellina dal Comune di Buglio in Monte e quello di Tirano.

MENZIONI GEOGRAFICHE
5 sottozone:
Grumello, prodotto sul versante a nord est della città di Sondrio (con un’estensione vitata di 78 ettari) e prende il nome dal castello di Grumello, che domina la vallata dal XIII secolo.
Inferno, con un nome singolare quanto affascinante, trae origine con molta probabilità dall’asperità dei piccoli terrazzamenti vitati, situati fra Poggiridenti e Tresivio, è localizzata subito ad est del Grumello con un’estensione vitata di 55 ettari.
Maroggia, è la zona di più recente riconoscimento localizzata nel comune di Berbenno in Valtellina con 25 ettari a vigneto, è legata alla figura di Benigno De’ Medici che a metà del Quattrocento qui trovò ospitalità.
Sassella, è forse la più famosa sottozona del Valtellina Superiore si estende tra il Comune di Castione Andevenno e il territorio ad ovest di Sondrio, capoluogo di provincia su 114 ettari. Una zona impervia e soleggiata, che deriva il nome dal santuario mariano che sorge sulla rupe della Sassella.
Valgella, è la più estesa tra le sottozone ed è situata nei comuni di Teglio e Chiuro. Un ampio promontorio roccioso esposto a sud sul quale si sviluppano verticalmente 137 ettari di vigne coltivate a Chiavennasca. Il nome trae origine da “Valgel”, che in dialetto indica i piccoli ruscelli che scendono dalle cime sino al fondovalle.

TIPOLOGIE
Valtellina Superiore, Valtellina Superiore Riserva

DENSITÀ DI IMPIANTO
minimo 4.000 ceppi/ha

RESA
massimo 8 t/ha

INVECCHIAMENTO
Valtellina Superiore 24 mesi di cui almeno 12 in botti di legno.
Valtellina Superiore Riserva 36 mesi

Ulteriori informazioni a: Consorzio di Tutela Vini di Valtellina

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